domenica 1 gennaio 2012



Cari Fratelli e Sorelle, Amici vicini e lontani, ieri si è chiuso l’anno 2011, un anno che abbiamo vissuto come tanti altri anni, forse con più consapevolezza o forse …… Io auguro a tutti Voi, e a me stesso, di iniziare questo nuovo anno, con lo sguardo, la mente e il cuore, rivolti al Nostro Signore. Oggi vogliamo promettere al Signore di volerlo servire meglio e di più, di avere tanto amore verso di Lui e verso tutti coloro che ci circondano e di fuggire il male con fermezza. Che il Signore Gesù possa sempre di più risplendere nei nostri cuori e la Sua Benedizione scenda su ciascuno di noi e su tutti i nostri cari. Auguri Auguri. E adesso riflettiamo un poco su ciò che Dio Padre in Suo Figlio, ha compiuto su di noi, nell’Amore del Suo Santo Spirito:
Sì, è proprio così: ci hai amati per primo perché noi ti amassimo; non che tu avessi bisogno del nostro amore, ma perché solo amando te avremmo potuto raggiungere il fine per cui ci avevi creati. Perciò « Dio, che aveva già parlato nei tempi antichi molte volte e in diversi modi ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio » (Eb 1,1-2), il tuo Verbo ; in lui « furono fatti i cieli, dal soffio della sua bocca ogni loro schiera » (Sal 32,6). Parlare per mezzo di tuo Figlio è stato come manifestare chiaramente quanto e come ci hai amati, tu che non hai risparmiato il tuo Figlio, ma lo hai dato per tutti noi, ed egli pure ci ha amati e ha offerto se stesso per noi (Rm 8,32 ; Gal 2,20).
Questa è la tuo parola per noi, Signore, questo il tuo Verbo onnipotente. Mentre un profondo silenzio avvolgeva tutte le cose – il profondo silenzio dell’errore – la tua parola si è lanciata dal tuo trono regale (Sap 18,14) per debellare inesorabilmente il peccato e portarci la dolcezza del suo amore. E tutto ciò che fece, tutto ciò che disse sulla terra, perfino le offese che sopportò, perfino gli sputi e gli schiaffi, perfino la croce e il sepolcro, altro non fu che il tuo parlare a noi per mezzo del Figlio: per suscitare e destare, col tuo amore, il nostro amore per te.
Tu sapevi infatti, o Dio creatore della anime, che quest’amore non poteva essere imposto alle anime dei figli degli uomini, ma bisognava stimolarlo; perché dove c’è costrizione non c’è più libertà, e dove non c’è libertà non c’è nemmeno giustizia… Ma tu, Signore giusto, hai voluto che ti amassimo, perché non avremmo potuto essere salvati con giustizia se non amando te. E non potevamo amarti se non ne avessimo avuto il dono da te. Perciò, Signore, come dice l’apostolo del tuo amore (1 Gv 4,10) e come noi stessi abbiamo già detto, tu per primo ci hai amati e per primo tu ami tutti coloro che ti amano. E noi ti amiamo per l’amore che hai messo in noi.
  Umberto Amoroso