giovedì 8 settembre 2011


Esistono “veri” Cristiani?




I vangeli sono o no parola di Dio?
In ogni caso hanno dato luogo a miriadi di interpretazioni, a scontri dialettici (e a guerre), che durano da secoli, con poche concessioni reciproche.
Tuttavia, la lettura dei vangeli rende evidente una semplice considerazione.
La parola “cristiano” significa “seguace di Cristo”, ovvero una persona che ha fatto propri gli insegnamenti di Cristo, ritenendo il Cristo il punto di riferimento della propria vita e li applica con devozione.
È chiaro che se una persona si autodefinisce “cristiano” ma applica solo alcuni degli insegnamenti di Cristo e non gli altri (qualunque sia la ragione), non è davvero cristiano.
Forse dovrebbe autodefinirsi in modo diverso…
Cosa disse Cristo a chi voleva diventare suo seguace?
Dai vangeli io comprendo che Gesù fondamentalmente chiedeva a chi voleva seguirlo azioni e comportamenti.
Cosa doveva fare un uomo per diventare “cristiano”?
(per le citazioni mi sono fatto aiutare dal sito http://www.laparola.net)
• Diventare onesto in ogni cosa e restituire l’eventuale maltolto (Gesù avrebbe mai mentito, o imbrogliato, corrotto o si sarebbe fatto corrompere, magari dicendo: “se non si fa così, non si può andare avanti”?)
• Non tradire il coniuge
• Non guardare materiale erotico (non disse Gesù “chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore”?)
• Abbandonare i costumi licenziosi (sessualmente e non) dell’epoca (Gesù si sarebbe mai intrattenuto con le prostitute – non per parlare di Dio – ? o sarebbe andato a teatro a vedere una commedia a sfondo sessuale?
• Abbandonare le comuni forme di divertimento dell’arena (Gesù si sarebbe mai divertito nel vedere il sangue sgorgare dalla gola dei gladiatori?)
• Amare i nemici (Gesù avrebbe mai trattato male il prossimo? Lo avrebbe derubato? Si sarebbe mai messo a capo di una rivoluzione armata contro Roma? Non disse:”se uno ti percuote la guancia destra, tu porgigli anche l’altra”?)
• Non partecipare a nessuna guerra (Gesù sarebbe andato in guerra contro la gente di altre nazioni? Avrebbe benedetto le armi dell’esercito del suo paese? Non disse a Pietro: “Rimetti la spada nel fodero, perché tutti quelli che mettono mano alla spada periranno di spada”? Eppure, cosa c’era di più meritevole che difendere il proprio Signore? )
• Praticare la carità verso il prossimo (cosa faceva Gesù quando vedeva che qualcuno stava male?)
• Pagare tutte le tasse (mi pare che in un passo dei vangeli si narra che Gesù pagò una tassa che non avrebbe dovuto pagare!)
• Abolire nel proprio cuore ogni barriera (Gesù era razzista? Favoriva i ricchi? O i più istruiti? O i più potenti? Era nazionalista?)
• Rimanere totalmente fuori dalla politica (Gesù avrebbe mai sostenuto qualche partito? – con qualunque finalità – Si sarebbe mai intromesso nelle decisioni dei governanti di allora? Non ha detto a Pilato “Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù?”)
• Essere disposto ad affrontare la prigione e il martirio per la sua fede
• Diventare missionario e parlare a tutti di Cristo e della sua fede, sapendo già in partenza che a causa di questo sarebbe stato maltrattato, odiato, deriso o forse ucciso.
• Abbandonare la ricerca della ricchezza, delle cose di valore, e di una vita agiata, per una vita al servizio del prossimo
• Perdonare coloro che gli avevano fatto del male, e ricambiare con gesti benevoli, anche perché il cristiano che recita la preghiera più importante (il “padre nostro”) a un certo punto dice: “perdonaci i nostri peccati, perché anche noi perdoniamo ad ogni nostro debitore…”
• Eliminare l’ambizione, e non ricercare fama o predominio sugli altrui, ma comportarsi da “inferiori” (Gesù non ha fatto la lavanda dei piedi agli apostoli per insegnare questo concetto?)
• Non farsi chiamare “padre” da nessuno (Gesù non disse: “E non chiamate nessuno “padre” sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello del cielo”? Ma com’è possibile che proprio chi insegna il cristianesimo si faccia chiamare “padre”, o addirittura “santo padre“? Ma su che libri hanno studiato per diventare preti?)
(E questo è solo quello che mi viene in mente così, di getto… ma ci sarebbe molto altro….)
La storia dice che i seguaci che vivevano al tempo di Cristo e degli apostoli, facevano TUTTI così: loro sì, che potevano chiamarsi “cristiani”!
Ma Gesù avvertì che ci sarebbero stati cristiani solo di nome.
“Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro son lupi rapaci. Dai loro frutti li riconoscerete. Si raccoglie forse uva dalle spine, o fichi dai rovi? Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni. Ogni albero che non produce frutti buoni viene tagliato e gettato nel fuoco. Dai loro frutti dunque li potrete riconoscere.”
(dai frutti, e non dalle dottrine…)
“Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa
( frutti, azioni, comportamenti, e non dottrine…)
la volontà del Padre mio che è nei cieli. Molti mi diranno in quel giorno: Signore, Signore
(io credo che questo voglia dire: non chiunque dice di riconoscermi come suo Signore, e quindi si autodefinisce “cristiano”) ,
non abbiamo noi profetato nel tuo nome
(compreso insegnare le “dottrine” cristiane)
e cacciato demòni nel tuo nome e compiuto molti miracoli nel tuo nome?
(certo tutte azioni indubbiamente ottime)
Io però dichiarerò loro: Non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, voi operatori di iniquità.”
Perciò, per Gesù i falsi profeti si riconoscono dai frutti, e non dalle dottrine…
Mi sembra più che ragionevole:
se una persona avesse intenzione di cercare una religione veramente cristiana esaminando le dottrine, di quante vite avrebbe bisogno, dato che
- le religioni “cristiane” sono decine di migliaia?
- partendo dagli stessi scritti, arrivano a conclusioni totalmente opposte?
- per ognuna delle interpretazioni si possono aprire dibattiti infiniti, e non c’è modo di capire chi ha davvero ragione?
Guardando il comportamento di una religione, o dei suoi seguaci, invece, è molto più facile…
Secondo quello che capisco, quindi, il fondatore del cristianesimo disse che se una religione è cristiana non dipende
- dal nome che si è data,
- se insegna che Cristo sia solo un uomo o no,
- dalla perfezione delle sue dottrine,
- da quanti secoli esiste,
ma da quanto la figura del Cristo modifica la vita (in meglio) dei suoi componenti.
Vivere in un paese abitato da cristiani dovrebbe essere come in una sorta di paradiso in terra!
Se in Italia tutti fossero cristiani, e si limitassero soltanto ad applicare la cosiddetta “regola d’oro” (“tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la legge ed i profeti”), il nostro paese sarebbe il più ricco del mondo, ognuno vivrebbe in maniera fantastica, senza criminali, senza prigioni, senza bisogno di forze dell’ordine, senza spese militari, senza poveri, tutti con un lavoro ed una casa.
Tutti osserverebbero le leggi, e quindi non ci sarebbero evasione fiscale, corruzione, fondi statali che non si sa dove finiscono, truffe, tribunali, pedofilia, inquinamento, omicidi, droga e prostituzione (né i produttori dei relativi servizi, né gli utilizzatori finali), ecc, ecc
Ci funesterebbero solo le calamità naturali, gli incidenti e le malattie.
Mi pare evidente che i veri “cristiani” appartengano ormai al passato… i romani li hanno fatti a pezzi 2.000 anni fa nelle arene.
Quelli venuti dopo, sebbene quasi tutti in buona fede, sono tutto fuorché cristiani, e le religioni “cristiane” (in primis cattolica, protestante e ortodossa) sarebbe meglio che si definissero in un altro modo…
Non è certo sufficiente qualche missione e qualche aiuto ai poveri (per quanto sia giusto ammirare sinceramente i religiosi che si spendono veramente per queste missioni) per cancellare la quantità infinitamente infinita di peccati, nefandezze e atrocità commessi nel passato e nel presente, e per dare ad una religione lo status di “cristiana”…
I fulgidi esempi di carità cristiana, come per esempio Maria Teresa di Calcutta, o Don Bosco,sono in realtà un’accusa impietosa a tutti gli altri correligionari (che se fossero veramente cristiani dovrebbero agire come loro), e soprattutto ai vertici di queste organizzazioni, che tutto fanno, fuorché gli interessi delle anime dei fedeli…
Io non ne vedo, di cristiani in giro.
Mi piacerebbe conoscerlo, qualche esemplare di questa razza estinta…
Se ne conoscete qualcuno, magari confinato in qualche riserva, vi prego, presentatemelo…

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