LASCIAMO PARLARE GESU’
Preparatevi a vedere con occhi nuovi la vostra teologia. Preparatevi a vedere Gesù in
una luce del tutto nuova. Sapevate che affrontiamo i nostri problemi dalla
parte sbagliata? Siamo stati tanto preoccupati dei nostri problemi, da non aver
preso in considerazione il pensiero che anche il nostro Signore ne ha uno. E se
riusciamo a capire il Suo problema, presto arriveremo alla radice dei nostri.
Il problema del nostro Signore è che Egli è solo. Ha
un problema quasi insormontabile di comunicazione con quelli che tra noi dicono
di amarLo così tanto. I Suoi sentimenti e bisogni sono stati del tutto
trascurati da molti dei Suoi stessi figli.
Cerchiamo di soddisfare il cuore di Gesù soltanto
attraverso la lode. Cantiamo, gridiamo e innalziamo cori di lode e di
adorazione, e ciò è meraviglioso e scritturale. Entriamo nelle Sue porte con
lode e nei Suoi cortili con ringraziamento. Lo lodiamo con strumenti musicali.
Lo lodiamo con il canto, con le mani alzate, con lacrime e forti
"osanna". Ma è ancora una comunicazione unilaterale. Dio comanda a
essere vivente di lodarLo. Ma la lode da sola non soddisfa il bisogno del
nostro Salvatore.
Non Lo Lasciamo Mai Parlare
Mi chiedo se il Signore si stanchi mai dei Suoi figli
che vanno nella Sua presenza e non si fermano neppure una volta per ascoltare.
Niente è più vuoto e insoddisfacente di una conversazione unilaterale. Provate
ad ascoltare qualcuno per qualche ora senza poter dire una parola. Vi lascerà
con una sensazione di solitudine. La persona che si è "tolta il peso dallo
stomaco" se ne va via sentendosi meglio - ha detto quello che aveva da
dire. Ma chi l'ha ascoltata, senza poter offrire una sola parola di consiglio o
poter aprire il suo proprio cuore, rimane lì insoddisfatto.
Quanto spesso abbiamo lasciato il nostro Signore lì da
solo nella "cameretta segreta" della preghiera, solo e insoddisfatto?
Noi corriamo nella Sua presenza con un "Lode a Te Gesù; ti adoro, Gesù!
Gloria a Gesù! Ecco la mia lista della spesa e la mia tessera sanitaria
spirituale. Amen". Quante volte Egli è stato tanto pronto e ansioso di
aprire il Suo cuore per parlare, ed ecco, nessuno era lì ad ascoltarlo.
Se preghiamo per un'ora, parliamo per un'ora. Se
preghiamo per ore, parliamo per ore. Se preghiamo tutta la notte, parliamo
tutta la notte. Milioni di voci parlano, parlano e lodano. Ho trascorso tutta
la mia vita di predicatore cercando di convincere la gente a pregare. Ma ora
vedo che non era esattamente quello il problema. Il vero problema è che
lasciamo il Salvatore nella cameretta segreta, solo, insoddisfatto, abbandonato
- senza permettergli di dirci neanche una parola. Lasciamo quella cameretta di
preghiera dopo aver liberato i nostri cuori dal peso che sentivamo. Abbiamo
raccontato tutto a Lui, e la gioia ha riempito i nostri cuori. Gli abbiamo
raccontato le nostre speranze, i nostri sogni, i nostri desideri. Abbiamo
lasciato quel luogo santo di preghiera con una mente soddisfatta. Eppure, il
nostro Signore stava ancora aspettando con vivo desiderio di poter condividere
quella comunione. Il nostro Signore ci dice: "Si, grazie per la tua lode.
La accetto. Sono così felice che tu abbia voluto trovare il tempo di stare in
comunione con Me. Ho ascoltato la tua richiesta e il Padre ti darà quello che
il tuo cuore desidera. Ma ti prego, aspetta! Per favore rimani ancora un po'.
Non andartene subito. Ho delle cose da dirti. Il mio cuore si strugge dal
desiderio di aprirsi con te. Ho raccolto le tue lacrime, ho lenito la tua mente
travagliata. Ora, permettiMi di parlare! Lascia che Io ti dica quello che è nel
Mio cuore".
Il nostro Signore Gesù desidera parlarci. Egli vuole
dirci cos'è che gli spezza il cuore nella nostra generazione. Egli vuole parlare
a ogni figlio del piano meraviglioso che Egli ha per tutti quelli che credono
in Lui - rivelando le Sue verità meravigliose; guida per noi e aiuto nel
crescere i nostri figli; soluzioni ai nostri problemi; nuovi ministeri e opere
per i perduti; parole specifiche sul lavoro, sulla casa, sul proprio compagno;
verità riguardanti il cielo, l'inferno e le calamità che verranno. Più di tutto
questo, Egli vuole parlarci di quanto ci ama e si cura dei Suoi.
Dimentichiamo Che Anche Lui Ha Una Necessità
Affinché non pensiate che la mia affermazione non sia
scritturale, ascoltate le Sue parole. Ecco un meraviglioso sguardo nel cuore di
Gesù stesso.
"Chi
di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà quando
rientra dal campo: Vieni subito e mettiti a tavola?Non gli dirà
piuttosto: Preparami da mangiare, rimboccati la veste e servimi, finché io
abbia mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai anche tu? " (Luca 17,7.8).
Non ci è per nulla difficile identificarci con il
servitore nel suo dovere verso il suo signore. Nessun dubbio nel dover
indossare il grembiule e servire al Signore una tavola imbandita di lodi - un
banchetto di adorazione. Amiamo nutrire il nostro Signore! Amiamo vedere che
Egli si rallegra del nostro servizio e amore. Ci cingiamo, ci prepariamo e Lo
serviamo con letizia. è la nostra gioia più grande, la nostra maggior
soddisfazione - ministrare al Signore.
Ma abbiamo qualche difficoltà con l'ultima parte -
quella del Signore. "Poi mangerai tu!" Questo è troppo da
comprendere. Non sappiamo come sederci dopo averLo servito - per permettere a
Lui la stessa gioia che abbiamo sperimentato nel servire Lui! Derubiamo il
nostro Signore della gioia di ministrare a noi.
Pensiamo che il nostro Signore sia sufficientemente
soddisfatto da quello che facciamo per Lui. Ma c'è molto altro. Il nostro
Signore onora la nostra fede. Egli si rallegra quando ci ravvediamo. Egli parla
al Padre di noi. Egli si rallegra nella nostra fede infantile. Gioisce nel
darci riposo e pace e nell'adempiere tutte le Sue promesse per il nostro bene.
Ma sono convinto che il Suo bisogno più grande sia avere una comunicazione
personale con coloro che ha lasciati in terra. Non un solo angelo nei cieli può
soddisfare quella necessità. Nessuno che abbia già lasciato il corpo può farlo.
Gesù vuole parlare a coloro che sono sul campo di battaglia. Egli deve poter
comunicare - interagire - con ogni Suo soldato su ogni fronte.
Dove ho trovato questa nozione sulla solitudine di
Cristo e sul Suo disperato bisogno di parlarci? è tutto lì in quel meraviglioso
racconto di quando Cristo apparve ai due discepoli sulla strada per Emmaus.
Gesù era appena risorto. Lo stesso giorno, Cleopa e un altro discepolo stavano
percorrendo la strada da Gerusalemme a Emmaus - una distanza di circa sei
miglia e mezzo (circa 10 km, N.d.T.).
Gesù si avvicinò. Essi erano addolorati per la
scomparsa del loro Signore. Nella loro disperazione, non Lo riconobbero. Per
comprendere davvero il bisogno profondo del cuore del nostro Signore,
guardiamoLo attentamente mentre cammina accanto a questi discepoli addolorati.
Essi discutevano e ragionavano tra di loro.
Quanto deve essere stato solo Gesù. Egli voleva parlare; aveva così tanto
da dirgli. E quando non poté più aspettare, Gesù smise di ascoltare e prese a
parlare: "Ed
egli disse loro: «Che sono questi discorsi che state facendo fra voi durante il
cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome
Clèopa, gli disse: «Tu solo sei così forestiero in Gerusalemme da non sapere
ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò:
«Che cosa?». Gli risposero: «Tutto ciò che riguarda Gesù Nazareno, che fu
profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i sommi sacerdoti e i nostri capi lo hanno
consegnato per farlo condannare a morte e poi l'hanno crocifisso. Noi speravamo che fosse lui a liberare Israele; con
tutto ciò son passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti;
recatesi al mattino al sepolcro e non avendo
trovato il suo corpo, son venute a dirci di aver avuto anche una visione di
angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei
nostri sono andati al sepolcro e hanno trovato come avevan detto le donne, ma
lui non l'hanno visto».
Ed egli
disse loro: «Sciocchi e tardi di cuore nel credere alla parola dei profeti! Non bisognava che il Cristo sopportasse queste
sofferenze per entrare nella sua gloria?». E
cominciando da Mosè e da tutti i profeti spiegò loro in tutte le Scritture ciò
che si riferiva a lui." (Luca 24,15,27).
Quei discepoli non avrebbero potuto vivere una
esperienza più bella. Essi avevano ascoltato la Sua voce e si allontanarono
dicendo: "Ed essi si
dissero l'un l'altro: «Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava
con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?». " (Luca 24,32). Ma dal
momento che non abbiamo mai compreso i bisogni di Gesù, pensiamo solo alla
gioia che sperimentarono quei discepoli. E la gioia di Gesù? Essi dissero che i
loro cuori ardevano quando Egli parlava. Ma io vedo un Signore risorto, lacrime
che rigano il Suo volto glorificato, percorrendo quella via polverosa con un
cuore ricolmo di gioia. Era compiuto, il Suo bisogno era stato soddisfatto.
Mentre il mondo aspettava, Gesù interruppe l'intero piano di redenzione per
qualche ora - solo per parlare! Vedo Gesù pieno di gioia. Egli aveva ministrato
loro. Nella Sua forma glorificata, Egli aveva provato la prima vera comunione
con dei credenti, aveva aperto il Suo cuore. Anche il Suo bisogno era stato
soddisfatto.
Dobbiamo PermetterGli di Parlarci
Oggi conosciamo così poco la Sua voce e il Suo
desiderio di parlarci. Siamo troppo occupati con la Sua potenza per far caso
alla Sua voce. Come Elia, il grande profeta, abbiamo più familiarità con le
dimostrazioni di potenza che con il Suo sussurro.
Elia esercitava la potenza della preghiera. Egli
sapeva far chiudere e far aprire i cieli. Invocava il fuoco dal cielo e
divideva le acque con il suo mantello. Uomo di azione da cui dipendeva tutto il
governo, salì sul Monte Carmel e si beffò dei profeti di Baal, uccidendoli
proprio sotto il naso del re.
Quest'uomo potente di preghiera entrò davanti al trono
di Dio sette volte, pregando sinceramente affinché venisse la pioggia. Sette
volte Elia parlò con Dio di questo bisogno. Apparve una minuscola nuvola ed il
profeta che 3 anni e mezzo prima aveva chiuso i cieli e aveva provocato una
siccità terribile, ora apre i cieli e fa cadere una pioggia abbondante. Elia
corse avanti al carro di Achab 16 miglia verso la residenza reale.
Elia era inondato dalla vittoria. Presto sarebbe
venuto un grande risveglio spirituale. Era caduto il fuoco di Dio. Moltitudini
di persone avevano visto quel miracolo. C'era stato un incredibile
dispiegamento della potenza di Dio. Elia pensò: "Ora persino Iezebel si
pentirà! Persino lei non potrà negare questi segni e prodigi. è giunto il
momento di Dio per questa nazione".
Che shock che ebbe! Iezebel non fu per niente
impressionata dai miracoli e dalla potenza. Anzi disse ad Elia: "Domani a
quest'ora, ti ucciderò come hai ucciso i miei sacerdoti".
Ritroviamo questo grande uomo di potenza e d'azione -
questo potente guerriero di preghiera - quest'operatore di miracoli -
quest'uomo che invoca il fuoco dal Cielo - nascosto in una caverna a circa 100
chilometri di distanza dal Monte Horeb.
Che visione! Aveva trascorso quaranta giorni e
quaranta notti scervellandosi a capire dov'è che aveva sbagliato. Era diventato
preoccupato per i suoi problemi. I suoi occhi erano puntati su se stesso
piuttosto che su Dio. Perciò Dio lo chiama: "Elia, cosa stai facendo qui -
nascosto in una caverna?"
Con un soffio, Elia risponde: "Signore, la
nazione sta cadendo a pezzi. Il governo è malvagio ed immorale. Il popolo si è
allontanato da te, non crede più nemmeno nei miracoli. La società è impazzita.
Il mio messaggio mi è stato rigettato in faccia. Non vogliono veramente farsi
aiutare. Il diavolo tiene tutto sotto controllo - controlla tutti tranne che
me. Sono l'unico che ti è rimasto fedele, Signore. Mi sto nascondendo per
preservare almeno un santo".
Elia, un profeta di preghiera, era stato così
impegnato per Dio, così impegnato a dimostrare la potenza di Dio, così
impegnato a parlare del regno di Dio - da diventare un servo unilaterale. Aveva
spesso parlato a Dio - ma aveva fatto ben poco per ascoltarlo. Se avesse ascoltato,
avrebbe udito Dio dirgli che c'erano altri 7.000 santi che non si erano
compromessi.
Abbiamo Bisogno di Imparare ad
Ascoltare
Perciò Dio dovette insegnare a questo servo una
lezione sull'ascoltare. Lo portò in cima al monte Horeb e gli diede un INSEGNAMENTO
illustrato!
"Gli
fu detto: «Esci e fermati sul monte alla presenza del Signore». Ecco, il
Signore passò. Ci fu un vento impetuoso e gagliardo da spaccare i monti e
spezzare le rocce davanti al Signore, ma il Signore non era nel vento. Dopo il
vento ci fu un terremoto, ma il Signore non era nel terremoto. Dopo il terremoto ci fu un fuoco, ma il Signore non era nel fuoco. Dopo
il fuoco ci fu il mormorio di un vento leggero. Come l'udì, Elia si coprì il volto con il mantello, uscì e si fermò
all'ingresso della caverna. Ed ecco, sentì una voce che gli diceva: «Che fai
qui, Elia?». " (1 Re 19,11-13).
Quando quel vento aveva iniziato a soffiare, penso che
Elia abbia pensato fra sé e sé: "è giunto il momento, Signore. Soffia
Iezebel dal suo trono - spazza lei e i suoi amici. Spazzali via! Mostra il tuo
potere!" Ma Dio non era nel vento!
Improvvisamente, ci fu un grande terremoto - ed Elia
disse: "Questo dovrebbe spaventarli! Dio riuscirà a farli scuotere dalle
loro scarpe! Grazie, Signore. Stai vendicando il tuo servo". Ma Dio non
era nel terremoto!
Dopo il terremoto, un fuoco! I cieli bruciavano con
delle fiamme arroventate! Elia si disse: "Signore, non accettato il fuoco
che è sceso sull'altare - bruciali! Brucia quel malvagio di Achab! Terrorizza
Iezebel. Fa che il tuo fuoco consumi il malvagio. Dio, io so che sei in questo
fuoco!" Ma Dio non era nel fuoco!
"… . Dopo il fuoco ci fu il mormorio di un vento
leggero." (1 Re 19,12).
Potete immaginare cosa accadde in seguito? Un profeta
che non aveva avuto paura di un tornado, che non si era spaventato con un
terremoto, che non aveva battuto ciglio davanti ai fuochi d'artificio divini -
viene assolutamente spaventato da una piccola vocina TRASPORTATA DA UN VENTO
LEGGERO. " Come
l'udì, Elia si coprì il volto con il mantello, uscì e si fermò all'ingresso
della caverna. Ed ecco, sentì una voce che gli diceva: «Che fai qui, Elia?»." (verso 13).
Elia si coprì il capo col mantello! Perché? Questo
profeta non aveva parlato con Dio molte volte? Non era stato davanti al trono
sette volte sul Monte Carmel? Non era un grande uomo di preghiera? Dio non lo
aveva usato potentemente? Si! Ma Elia non era abituato a quella vocina!
E quando Elia alla fine permise a quella voce di
parlare - da solo, quietamente, lontano da ogni esibizione di potenza -
ricevette le direttive più specifiche di tutto il suo ministero per Dio.
" Il Signore gli disse: «Su, ritorna sui tuoi passi verso
il deserto di Damasco; giunto là, ungerai Hazaèl come re di Aram. 16Poi ungerai Ieu, figlio di Nimsi, come re di
Israele e ungerai Eliseo figlio di Safàt, di Abel-Mecola, come profeta al tuo
posto. " (1 Re 19,15.16).
Quanti figli di Dio molto, molto impegnati oggi non
hanno mai udito questa voce? Sono così impegnati a testimoniare - a fare del
bene - a pregare per un risveglio spirituale nel paese - a digiunare - sono
così sinceri, così dedicati, così intensi. Eppure, hanno udito tutto tranne che
la voce del Signore.
Qualcosa di Molto
Migliore Della Pentecoste
Giovanni il Battista non godé la Pentecoste! Non vide
alcuna lingua di fuoco. Non udì il soffio potente del vento. Non vide
Gerusalemme scossa e migliaia di persone convertite. Ma Giovanni disse che la
sua gioia era completa! Aveva udito qualcosa di molto migliore del vento
ruggente - migliore delle buone notizie - migliore del suono di una sposa
festante. Aveva udito la voce del Salvatore.
" Chi possiede la sposa è lo sposo; ma l'amico dello sposo,
che è presente e l'ascolta, esulta di gioia alla voce dello sposo. Ora questa
mia gioia è compiuta. " (Giovanni 3,29).
Giovanni gustò la più grande gioia che un seguace di
Gesù possa mai conoscere. Egli disse: "Ho aspettato e Lo udito parlarmi.
La sua voce ha fatto sobbalzare il mio cuore. Mi ha parlato personalmente. Io
ho ascoltato il mio Signore. E questa è la mia gioia. Soltanto udire la Sua
voce".
Giovanni poteva dire: "O sì, l'ho amato. Ho
adorato ai Suoi piedi. Gli ho detto quanto fossi indegno. Ma la mia gioia non è
stata parlargli, quanto piuttosto udirlo parlare. Lui mi ha parlato. Ho udito
la Sua voce, e ho gioito soltanto nell'udire quel suono".
Alcuni insegnano che il Signore non parla più agli
uomini - tranne che mediante la Parola rivelata. Non credono che gli uomini
possano essere guidati e benedetti dall'udire quella piccola voce.
Gesù diceva: "Le mie pecore conoscono la Mia
voce; ascoltano quando le chiamo ... e non danno ascolto ad un'altra
voce". Ma oggi abbiamo paura di tutti gli abusi, abbiamo paura di ricevere
rivelazioni contrarie alla Parola di Dio nelle scritture. Ma tutti gli abusi
non avvengono per colpa di Dio. Ogni visione menzognera, ogni falsa profezia,
ogni falsa guida sono il risultato diretto dell'orgoglio e della ribellione
umana. Gli uomini abusano e violentano ogni dono di Dio. Nonostante ciò, il
Signore continua a parlare direttamente ai cuori di coloro che sono disposti ad
ascoltare.
" Dio, che aveva gia parlato nei tempi antichi molte volte
e in diversi modi ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in
questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio..." (Ebrei 1,1,2).
" Per questo, come dice lo Spirito
Santo: Oggi, se udite la sua voce non indurite i vostri cuori..." (Ebrei 3,7).
Oggi Possiamo Udire la
Sua Voce
Milioni di persone si sono convertite perché qualcuno
aspettò di udire la Sua voce. Saulo "cadde a terra ed udì quella
voce". E quando divenne Paolo, continuò ad ascoltare quella voce. Il
Signore gli parlava faccia a faccia. Egli conosceva la voce del suo Pastore.
Pietro permise alla voce del Salvatore di parlargli.
" Il giorno dopo, mentre essi erano per via e si
avvicinavano alla città, Pietro salì verso mezzogiorno sulla terrazza a pregare.” (Atti 10,9).
Tutta la razza dei Gentili fu accolta nel regno,
insieme alla famiglia di Cornelio, soltanto perché un uomo ubbidì ad una voce.
Stiamo vivendo nello stesso periodo del Nuovo Testamento in cui vissero Paolo e
Pietro. Anche noi dobbiamo permettere alla Sua voce di parlarci. "Ma oggi,
se udite la Sua voce.." Cosa potrebbe fare Dio con i Cristiani che imparano
ad ascoltare dal Cielo!
Invece di aspettare che la Sua voce ci parli, corriamo
da consiglieri, psicologi cristiani; corriamo da un seminario all'altro,
leggiamo libri, ascoltiamo cassette - vogliamo udire da Dio. Vogliamo una
chiara parola di guida per le nostre vite! Cerchiamo pastori che ci indichino
ogni piccolo movimento. Vogliamo che i pastori ci dicano ciò che è giusto e ciò
che è sbagliato. Vogliamo un leader da seguire, un diagramma per il futuro. Ma
pochi sanno come andare al Signore ed udire la Sua voce. Ci sono molti che
sanno come attirare l'attenzione di Dio - per toccare veramente Dio, ma non
sanno di come Dio possa raggiungerli.
"Chi ha orecchi per udire oda" (Matteo 11,15).
Dio vuole scuotere ancora una volta la terra. Tutto
l'universo è pronto per le convulsioni dello Spirito Santo!
" Guardatevi perciò di non rifiutare Colui che parla;
perché se quelli non trovarono scampo per aver rifiutato colui che promulgava
decreti sulla terra, molto meno lo troveremo noi, se volteremo le spalle a
Colui che parla dai cieli. 26La sua voce infatti
un giorno scosse la terra; adesso invece ha fatto questa promessa: Ancora una volta io scuoterò non solo la terra, ma anche il cielo. " (Ebrei 12,25.26).
Lui ha promesso: "Ancora una volta udirete la Mia
voce. Coloro che odono scuoteranno la terra. Cielo e terra saranno sconvolti.
Udendo la Mia voce, qualsiasi cosa sarà sciolta sulla terra, lo sarà anche nei
cieli".
All'ultima chiesa, quella di Laodicea, il Signore
grida: " Ecco, sto alla porta e
busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui,
cenerò con lui ed egli con me." (Apocalisse 3,20).
Questo è l'ultimo appello di Cristo alla chiesa. Verrà
uno spirito di torpore. La lussuria condurrà alla tiepidezza! Moltitudini
diverranno sempre più fredde. Ma popolo mio, "vi chiedo di darmi ascolto.
Aprite. Lasciatemi entrare nel vostro segreto. Lasciate che vi parli e
parlatemi. Abbiamo comunione. Soltanto così potrò preservarvi dalla tentazione
che sta per giungere su tutto il mondo".
Giovanni, nella sua rivelazione, parla di un giorno in
cui il cuore del nostro Signore non sarà più solo.
" Vidi anche
la città santa, la nuova Gerusalemme, scendere dal cielo, da Dio, pronta come
una sposa adorna per il suo sposo.Udii allora una voce potente che usciva dal
trono:
«Ecco la dimora di Dio con gli uomini!
Egli dimorerà tra di loro
ed essi saranno suo popolo
ed egli sarà il "Dio-con-loro".
E tergerà ogni lacrima dai loro occhi;
non ci sarà più la morte,
né lutto, né lamento, né affanno,
perché le cose di prima sono passate».
Egli dimorerà tra di loro
ed essi saranno suo popolo
ed egli sarà il "Dio-con-loro".
E tergerà ogni lacrima dai loro occhi;
non ci sarà più la morte,
né lutto, né lamento, né affanno,
perché le cose di prima sono passate».
E Colui che sedeva sul trono disse:
«Ecco, io faccio nuove tutte le cose»; e soggiunse: «Scrivi, perché queste
parole sono certe e veraci.
Ecco sono compiute!
Io sono l'Alfa e l'Omega,
il Principio e la Fine.
A colui che ha sete darò gratuitamente
acqua della fonte della vita. " (Apocalisse 21,2-6).
Io sono l'Alfa e l'Omega,
il Principio e la Fine.
A colui che ha sete darò gratuitamente
acqua della fonte della vita. " (Apocalisse 21,2-6).
Questo significa una piena e libera comunione senza
muro di partizione; un colloquio faccia a faccia, senza occhiali scuri, senza
conoscenza parziale. Pensate a quanto potrà essere glorioso trascorrere
l'eternità lodando il nostro Signore faccia a faccia, inchinandoci davanti a
Lui. Ma avete mai cercato di realizzare cosa significherà per il nostro
Salvatore? Avrà tutti i Suoi figli con Sé - e sarà libero di condividere la Sua
vera essenza. Ci farà tutti sedere, e dal Suo intimo essere farà scorrere fiumi
di verità gloriose. Come fece sulla strada di Emmaus, il nostro Redentore
inizierà con Mosè e ci condurrà attraverso tutti i profeti. Condividerà con noi
i segreti dell'universo. Egli ci spiegherà ogni suo piano. Ogni nuvola di
tenebre sarà dissipata. Cristo condividerà tutta l'eternità!
Vedo che la vera gioia del Cielo non sarà soltanto
nostra, ma la Sua. La nostra gioia sarà quella di contemplare la Sua gioia
mentre ci parlerà - mentre lo vedremo faccia a faccia. La nostra più grande
gioia in Cielo sarà quella di vedere Cristo in tutta la Sua pienezza - di
vedere realizzato il Suo bisogno.
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