lunedì 18 aprile 2011

Presentazione della SETTIMANA SANTA


L’origine della Settimana Santa è nella liturgia. La liturgia rende possibile al cristiano il rivivere
i misteri della vita di Cristo. La vita di Cristo ha un mistero centrale: la passione, la morte e la
resurrezione di Gesù. In questo senso il nucleo centrale della Settimana Santa sono il
Giovedì, il Venerdì e la Domenica. Gesù Cristo che patisce, muore e risuscita. Il resto della
Settimana Santa è stato come il dilatarsi di questi tre giorni, perché dentro la Settimana Santa
potessero ritrovarsi anche tutti gli altri aspetti della vita di Cristo e della vita dell’uomo. Essa
era chiamata Settimana Maggiore perché tutte le altre settimane dell’anno devono avere un
punto di riferimento ideale. Ciò che è quotidiano, abituale e banale ha bisogno di specchiarsi
in qualcosa che venga dall’alto e che dia senso a tutto. La Settimana Santa cade sempre in
momenti diversi dell’anno: aprile, marzo, sempre in corrispondenza della Pasqua giudaica,
fissata nella prima domenica successiva alla prima luna piena di Primavera nell’emisfero
Nord. Questo è interessante perché ci mostra anche una vita diversa della natura. Dopo il
freddo, l’inverno, lo spogliarsi della natura stessa, comincia una vita nuova. E’ una cosa sola
con la vita nuova di Cristo, che nel mistero della Resurrezione recupera la sua vita e torna
vittorioso.
Settimana Santa e Misticismo.
Si parla di misticismo ed è giusto, perché la mistica è l’esperienza del Mistero di Dio. Non è
un’esperienza solo intellettuale, ma coinvolge tutti i nostri sensi. Nella Settimana Santa tutti i
sensi sono coinvolti : la nostra vista i colori differenti, il viola, le figure bibliche, i cortei; ..
l’udito: le musiche diverse dal resto dell’anno, alcune dolorosissime che aiutano ad entrare
nel clima, le
rosmarino e delle altre erbe aromatiche , il gusto dei cibi speciali preparati per l’occasione,
che non si mangiano nel resto dell’anno.
Il tatto: i nastri che pendono dalle immagini dei santi, le portantine e i baldacchini che
vengono portati, i baci che si danno a quei nastri, è un’esperienza che coinvolge tutti i sensi,
ma allo stesso tempo è un’esperienza del Mistero, la sfida è oltrepassare i sensi per
immergersi in Dio Riguardo a questo aspetto mistico la Settimana Santa è una festa, la festa
dell’incontro con Dio e con le persone, perfino il Venerdì , con la tragedia della morte di
Cristo, è una festa, perché la tradizione ci rimanda tutto questo.
Noi non siamo per il tradizionalismo, ma per la tradizione.Tradizione vuol dire consegnare agli
amici, ai figli quella che è stata per noi un’esperienza buona. Vogliamo che la Settimana
Santa sia vissuta così.

matracas al posto delle campane; perfino l’olfatto: il basilico, il profumo del
DOMENICA DELLE PALME
La Domenica delle Palme è l’anticipazione della festa della Resurrezione che avverrà la
Domenica di Pasqua.
Immaginiamo Gesù che entra a Gerusalemme in groppa all’asinello e il popolo che l’accoglie
in festa. Voglio sottolineare due cose in questa scena : primo, l’attesa del popolo . L’attesa
costituisce il cuore dell’uomo, tutti noi aspettiamo. Aspettiamo qualcosa di meglio, che ci dia
felicità e soddisfazione. Il popolo d’Israele ha trovato un oggetto per la sua attesa: il Re,
Cristo come Re. Qualcuno come punto di riferimento per la via, il re è il simbolo ..di un popolo
di una cultura.
Il popolo aspetta un Re. E tu cosa stai aspettando? Continui ad aspettare o ti sei già
stancato?
Lunedì santo
Il Lunedì non ha nulla di particolare nella liturgia, però la tradizione popolare a partire dal
Barocco di Minas vi ha messo una processione, quella della Deposizione dell’immagine della
Madonna dei Dolori. La madre non tradisce Gesù come Giuda, come gli altri, ma prende su
di sé il suo dolore.
Nostra Signora dei Dolori è caratteristica del Barocco. Il Barocco ha sempre vissuto
fortemente la questione del dolore. E’ nato perfino come reazione di fronte alle scoperte e ad
un senso di delusione dell’epoca, ad un riflusso della fede . E l’esperienza di ogni giorno è
drammatica, è dolorosa. La Madonna dei Dolori
della deposizione della madre
, Oltre a questo, si danno alla Madonna altri nomi: della
della Pietà. Qualunque sia il titolo con cui chiamiamo la Madonna della Settimana Santa,
sempre ci troviamo di fronte al cuore e alla Dignità di una madre
Soledad (quella che cerca il Figlio) e
Martedì Santo
Il martedì santo nelle città di Minas Gerais si fa la processione della Deposizione
dell’immagine del Signore dei Passi: Cristo che porta la croce. Egli carica la sulle spalle la
croce, ossia la nostra vita: assumendo la condizione umana, assume anche le nostre
avventure, i desideri, i nostri impegni, le nostre contraddizioni. E mentre porta la croce ci
guarda. Immaginate come Cristo guardava le persone; nel suo sguardo c’era tutto il desiderio
che esse fossero felici. Il suo sguardo mentre porta la croce è una delle immagini più
drammatiche e suggestive di tutta la storia dell’arte . Ricordate per esempio il Cristo di
Congonhas (statua lignea del grande scultore Alejadinho nell’importante santuario di Minas.
NdT.) . Immaginate anche lo sguardo delle altre persone: Veronica, Maddalena, le pie
donne… L’insegnamento più importante che possiamo trarre da questa processione è
proprio questo scambio di sguardi, guardare Lui e poter dire “Tu” a Cristo.
La processione di oggi è la Processione dell’Incontro, ll’incontro della Madre con il Figlio.
L’incontro è qualcosa di fondamentale nella vita: io sono me stesso quando incontro un altro,
al di fuori dell’incontro con gli altri io non riesco a sapere chi sono. Il rapporto è indispensabile
perché io abbia un’immagine di me stesso, per avere coscienza della mia identità. Fuori
dall’incontro non esiste l’identità, nè la persona, invece nell’incontro con Cristo io trovo la mia
consistenza e nell’incontro con gli altri riconosco chi sono. E nell’incontro con Cristo posso
dire: “Io sono Tu che mi fai”, come dice una bellissima poesia.
La vita è piena di incontri , quanti incontri e non incontri hai fatto oggi, nella tua settimana,
nella tua vita? L’importante è , in tanti incontri, riconoscere l’Incontro.
Giovedì Santo
La mattina del Giovedì Santo la Chiesa pone una cerimonia speciale, unica durante l’anno: la
Messa con la benedizione dei Santi Olii, quelli che serviranno per ungere i catecumeni,
coloro che saranno battezzati, l’olio per ungere coloro che fanno la Cresima, l’olio degli
infermi. L’origine degli olii è nelle unzioni che venivano fatte nell’Antico Testamento: il
sacerdote, il re, il profeta erano unti. E’ un momento importante perché è proprio dalla
Passione di Cristo che scaturisce la Grazia che i Santi Olii distribuiscono alle persone.
Un’altra cosa che succede la mattina del Giovedì, è che durante questa Messa, i preti
rinnovano le promesse del loro sacerdozio. E’ importante perché nella fedeltà dei sacerdoti si
consolida anche la fedeltà del popolo.
La Messa del pomeriggio ricorda la prima Messa, anzi non ricorda, ma è il riaccadere, di
nuovo, della Prima Cena di Cristo. Il primo Giovedì Santo nacque l’Eucarestia, nacque la
Messa: la donazione, il servizio, la comunione sono le caratteristiche principali di questo
momento che Cristo ha voluto vivere coi suoi amici prima di essere assassinato.. Quante
cene abbiamo fatto anche noi, e molte volte non includevano questa donazione, questo
servizio, questa comunione! Ma a volte li includevano..L’importante è che l’incontro con
Cristo, che si offre a noi in questa Cena, diventi un giudizio sulla nostra vita. Cos’ha a che
vedere l’Eucarestia con la mia vita? Come l’agire di Cristo c’entra con la mia vita?

Venerdì Santo
Il Venerdì è il giorno della morte di Cristo. La morte è l’esperienza del limite nel suo punto più
alto, quel limite con cui ogni giorno ci scontriamo: la morte di qualcuno, l’incapacità nostra di
realizzare qualcosa, gli amici che tradiscono e il limite della monotonia, tanto simile alla
morte . Ogni giorno facciamo l’esperienza della morte , perché la morte è il grande limite della
vita . E’ importante che l’esperienza del limite ci renda solidali, così come ci insegna la gente,
perfino nei funerali. Quanta solidarietà, quanta solidarietà nella malattia!. Facciamo in modo
imparando dal limite possiamo diventare solidali e guardare a Colui che ha vinto il limite
perché ha vinto la morte.

Sabato Santo
Oggi non c’è nulla nella liturgia; Gesù Cristo è sepolto, la liturgia non esiste. E’ il giorno del
silenzio, il silenzio di Dio che non parla più. O perlomeno crediamo che Dio non stia
parlando…
Il silenzio è un sacrificio, ma nel silenzio riusciamo a percepire gli altri. Quando io riesco a far
sì che la mia persona non sia così piena di rumore e preoccupazioni che finalmente lascio
che gli altri entrino dentro di me. Secondo le parole di S. Agostino: “E’ quando mi accorgo
che Dio è più intimo a me di me stesso”, cioè Lui è più io di me stesso. Bisogna fare
l’esperienza del silenzio per capire questo , per imparare a percepire più che i limiti, la
presenza di Colui che vince i limiti.
Il silenzio esige libertà, solo quando ti senti libero con un’altra persona, riesci a stare in
silenzio per alcuni minuti, se no bisogna riempire il vuoto con qualcosa.
La verità non è velata da parole , la verità è sempre più esposta dentro il silenzio.

VIGILIA PASQUALE
La Vigilia Pasquale è la grande celebrazione in cui sui riuniscono tutti i simboli e gli
avvenimenti dell’anno liturgico. Comincia con la liturgia del fuoco, in cui il fuoco nuovo è
benedetto, il fuoco è sempre stato considerato uno dei principi della realtà. Con il fuoco nuovo
si accende il grande cero pasquale, che accende tutte le candele: rappresenta Cristo, il
grande cero accende tutte le candele, cioè la presenza di Cristo accende la fede di tutte le
persone presenti. E poi l’”Exultet”, canto di gioia per la Resurrezione di Cristo e il ripercorrere
tutta la storia del popolo d’Israele.
Infine la benedizione dell’acqua, un altro principio di vita, nell’acqua tutto rinasce e si
purifica.Vedete che in questa notte di Pasqua, dentro la risurrezione di Cristo, tutto riassume
una vita nuova.
DOMENICA di PASQUA
Nella tradizione dell’entroterra di Minas la domenica di pasqua si fanno due processioni. Una
è quella del Santissimo Sacramento. E’ interessante perché, più che portare un’immagine
del Cristo, si porta in processione Cristo stesso. Cristo non resta come un’immagine in più nel
sacrario, ma una presenza reale, quotidiana e costante ed è portato in giro per le strade
perché tutti possano incontrarLo.
La seconda processione è quella del trionfo della Madonna. Lei che ha atteso, che ha
soffert.e amato, ora trionfa insieme a Cristo vittorioso. E noi?
La settimana santa è tutta piena di segni e di simboli. Se volessimo riassumere in una parola
la relazione tra il mondo e Dio, potremmo dire che il mondo è segno di Dio. Si chiama segno
una cosa che ne indica un’altra. Il segno è qualcosa che non avrebbe spiegazione senza
implicare l’esistenza di un’altra realtà. Senza quest’altra realtà lo sguardo che si ha sulla
prima non sarebbe integralmente umano o non si esaurirebbe la considerazione della prima,
senza ammettere la seconda.
Supponiamo che qualcuno, camminando in un luogo deserto, udisse un grido improvviso:
“Aiuto!” La sua considerazione del fatto non potrebbe fermarsi a dire che i suoi orecchi sono
stati percorsi da un suono, da una vibrazione. Il cervello umano scopre in quella vibrazione
un significato che obbliga ad intuire che c’è un uomo in pericolo a cui bisogna portare aiuto.
Non sarebbe ragionevole interpretare quel grido solo considerandolo per la vibrazione che
l’udito percepisce nell’immediato.
Così Dio non si rende evidente nel senso immediato del termine attraverso la realtà. Se
questa evidenza esistesse ogni uomo sarebbe obbligato ad affermarLo in modo irresistibile,
Al contrario, richiamando la nostra attenzione attraverso un segno, Dio non si impone a noi ,
ma si propone, è discreto. Riconosciamo attraverso i tanti simboli della Settimana Santa
questo Dio che si propone con discrezione ai nostri occhi.
I SEGNI
Abbiamo bisogno di segni per comunicare con gli altri. Anzi, tutta la realtà ha bisogno di
segni, anche le formiche, gli animali per comunicare tra loro.
La Chiesa insiste sui segni, perché è necessario fare un’esperienza sensibile di tutto ciò che
succede. I sacramenti che la Chiesa pone nell’esperienza di tutti i giorni sono segni, ma segni
efficaci, cioè che producono Grazia. La Settimana Santa può essere l’occasione di imbattersi
in tanti segni che possano produrre in noi l’incontro con Dio, la grazia di una vita nuova.
Uno dei segni più usati nella Settimana Santa è l’albero.
L’albero
I riferimenti all’albero sono molti: l’albero della Vita, l’ albero del giardino, di cui leggiamo
nelle letture del Sabato Santo; i rami d’albero della Domenica delle Palme; l’albero in cui
Giuda si è impiccato; gli alberi dell’Orto degli Ulivi, l’albero della Croce. Perché lo stesso
simbolo ha tante interpretazioni diverse? E’ la ricchezza dell’esperienza umana che ci fa
avvicinare allo stesso oggetto in modi differenti. E’ interessante, perché.da un lato l’oggetto
stesso ci impone il modo corretto per avvicinarci a lui, dall’altro lato, possiamo vivere i vari
aspetti della vita in modo autentico, scoprire ciò che è vero in ogni cosa e in ogni momento
L’olio
L’olio è un altro oggetto molto presente nella Settimana Santa.. Il segno dell’olio ha la sua
origine nell’unzione tanto usata nell’antichità: per i muscoli , per guarire le ferite per rendere il
corpo più pronto alla lotta. Anche sul lavoro l’olio era molto usato e anche per il condimento;
c’erano infine gli olii per l’imbalsamazione.
L’uso degli olii è molto importante perché non nasce da un’idea, da un’ideologia della Chiesa,
ma essa ha assunto questa forma normale che le persone avevano di usare l’olio, rendendo
sacro ciò che era normale e quotidiano, per questo possiamo riconoscere nel nostro
quotidiano delle potenzialità enormi e accorgerci che tutto è davvero sacro quando
riconosciamo in tutto la presenza di Dio.
Il digiuno
Forse ti sei chiesto perché durante la Quaresima e il Venerdì Santo la Chiesa insiste sul
digiuno o almeno sull’astinenza dalle carni . Serve per ricordarci qual è il centro della vita. Il
senso è di un sacrificio, che significa rendere sacro. Quando sacrifichiamo qualcosa la
rendiamo sacra.
Il digiuno è lì come un allenamento attraverso cui possiamo riconoscere sempre quello per
cui in fondo vale la pena vivere.
I canti
Durante la Settimana Santa i canti e la musica in generale sono di una ricchezza
impressionante. Alcune composizioni sono più importanti perché la bellezza attrae in una
forma che a ognuno di noi viene voglia di dire: “Guarda, fa come io avrei voluto fare, come
vorrei fare anch’io”. E’ la Verità espressa in una forma che attrae, che emoziona, , che tocca
la mia affettività. E’ per questo che l’arte e tutte le varie espressioni dello spirito umano hanno
un punto più alto e il punto più alto è quello in cui Cristo soffre, muore e resuscita .L’arte ,
come dicevano gli antichi, è lo splendore della verità
Facciamo sì che l’espressione artistica della musica, dei vestiti o delle pitture o di quello che
noi possiamo vedere in questa Settimana Santa sia un modo di avvicinarci sempre più alla
verità della nostra vita.

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