lunedì 20 dicembre 2010

BEATI GLI AFFLITTI - VANGELO PER OGNI GIORNO - +S.Ecc. Mons. Andrea Gemma

"Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati"
(Mt 5, 4)

Gesù nel discorso dell’ultima cena, dice ai suoi discepoli: “Nel mondo avete tribolazioni, ma abbiate coraggio: io ho vinto il mondo!” (Gv 16,33).
Nel medesimo discorso Gesù più volte fa presente ai suoi l’ora tremenda della passione, ma insiste continuamente in quel contrappasso di cui più volte abbiamo parlato e che in lui è stato prodotto dalla risurrezione e dalla glorificazione.
Tutta la vita di Gesù è una sequela di sofferenze.
Si può dire che la sua passione comincia dalla sua nascita a Betlemme.
Rifiutato dagli uomini, misconosciuto, costretto all’esilio e, durante la vita pubblica, continuamente avversato dai suoi nemici dichiarati.
Egli è l’immagine dell’uomo afflitto e rifiutato.
Nessuno avrebbe potuto riconoscere in lui il Messia glorioso che Israele aspettava erroneamente.
Soltanto la risurrezione sarà lo svelamento definitivo della vera natura di Gesù.
Perché dunque meravigliarsi se la nostra vita riserva così poche gioie e moltiplica invece ansie, tribolazioni e sofferenze? Ci conforta l’apostolo Paolo: “Ritengo infatti che le sofferenze del tempo presente non siano paragonabili alla gloria futura che sarà rivelata in noi” (Rm 8,18), e ancora: “Il momentaneo, leggero peso della nostra tribolazione ci procura una quantità smisurata ed eterna di gloria: noi non fissiamo lo sguardo sulle cose visibili, ma su quelle invisibili, perché le cose visibili sono di un momento, quelle invisibili invece sono eterne” (2Cor 4,17-18).
Certo il Signore non farà mancare ai suoi figli nella tribolazione anche l’assaggio di quella consolazione che sarà piena nel cielo.
Anzi, per parte nostra, dovremmo impegnare la nostra vita a rendere in qualunque modo meno pesante per i nostri fratelli il dolore, la sofferenza, la solitudine, in una parola tutto ciò che rende la nostra vita tribolata e sofferta.
Già nell’aspettativa della gloria futura, come hanno dimostrato tutti i Santi nelle loro sofferenze, non mancherà alla nostra tribolazione il conforto della fede e della speranza e soprattutto la costatazione della amorosa vicinanza del nostro divino Maestro.

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