venerdì 17 dicembre 2010

COME CRISTO - Vangelo per ogni giorno - S. Ecc. mons. Andrea GEMMA

"Imparate da me che sono mite e umile di cuore"

(Mt 11,29)

È facilissimo rilevare che tutte e ciascuna delle beatitudini si trovano incarnate nella adorabile figura del Redentore, in tutto il suo comportamento e in tutto il suo insegnamento.
È questo l’aspetto cristologico delle beatitudini stesse, perciò Gesù continua a dirci “imparate da me”.
Agli inizi della sua missione, entrato nella sinagoga di Nazareth, Gesù lesse il testo di Isaia (61,1-3) : “Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annunzio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi, a proclamare l’anno di grazia del Signore”(Lc 4,18-19) e poi concluse: “Oggi si è compiuta questa scrittura che voi avete ascoltato”(ib 21).
Nel racconto dell’ambasceria di Giovanni, alla domanda: “Sei tu colui che deve venire?”, Gesù risponde: “I ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti resuscitano, ai poveri è annunziato il Vangelo”(Mt 11,5).
Significativo anche ciò che segue: “Venite a me, voi tutti che siete stanci e oppressi, e io vi darò ristoro” (Mt 11,28).
E ancora, quando Gesù dice: “Il Regno di Dio è vicino” (Mc 1,15, Mt 4,17); il regno della giustizia di Dio che è riservato ai piccoli, ai poveri, agli umili è giunto, è qui, è in mezzo a noi.
Dunque il grandioso intervento divino di cui parla Isaia è già iniziato, si realizza in Gesù.
Gesù stesso lo riconosce in un grande empito di gioia (cf Mt 11,25).
I “segni”, i miracoli che hanno appunto per oggetto i piccoli, i deboli, i poveri… confermano questa “vicinanza” del Regno in Gesù.
Naturalmente non siamo ancora alla realizzazione piena e perciò Gesù riferisce le parabole della “crescita”: quella del seme (cf Mt 13,1 ss), del granello di senapa (cf Mt 13,31 ss), del lievito (cf Lc 13,20).
Nella resurrezione e glorificazione di Gesù il contrappasso delle beatitudini per lui è pieno; per noi è oggetto della speranza incrollabile.

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